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Cuoco: Sangue, Sudore e Lacrime

by Psydis
Sudore e Lacrime

Se mi guardo indietro di qualche mese, devo assolutamente ringraziare alcune persone che, in modo più o meno scente, mi hanno davvero aiutato a prendere delle decisioni ponderate in merito alla volontà di diventare un ottimo cuoco.

Sicuramente mia madre, una delle poche persone che ovviamente sapeva tutto del mio lavoro e che mi ha sempre spronato a cercarmi una valida alternativa appena saputo che ormai era più il tempo che passavo a lavare piatti e cucina, rispetto a quello dedicato a cucinare o apprendere dagli chef. Credeva nel mio operato e ha combattutto affinchè mentre lavoravo lì cercassi un nuovo posto dove potessi stare ai fornelli oltre che tenere pulita cucina ed eventualmente stoviglie. Mi ha inoltre sostenuto nell’ultimo periodo di tribolazioni di viaggio tra casa e Courmayer, compresa la “sola” del contratto promesso per la stagione invernale risoltasi addirittura nel rendersi irreperibili per non dare spiegazioni valide.

Devo molto anche al collega cuoco Marcello Kassi perchè, oltre a spingermi anch’esso a lasciare la cucina insieme a lui a fine contratto, mi ha anche passato nominativi a cui provare a mandare il curriculum. Lui aveva già intuito a metà settembre che era meglio cambiare aria, tanto che aveva già stipulato altrove il contratto di lavoro da Ottobre in poi. Senza dimenticare tutto ciò che ho sciorinato in precedenza sul suo tutoring appena eravamo liberi e tranquilli in cucina.

Come abbondantemente detto in precedenza, una notevole crescita è arrivata grazie anche allo chef Gaetano Agliano che, nel periodo di extra nel mese di Novembre alla Maison Lo Campagnar, mi ha insegnato davvero tante cose dandomi anche fiducia nella preparazione di piatti per i clienti. Probabilmente è stata la persona finora più attenta e disponibile a trasmettermi con devozione quante più nozioni possibili in un tempo ridotto, senza però tralasciare la qualità delle stesse e motivazione di ogni dettaglio.

Uno degli stimoli più grandi a continuare a testa alta questo cammino me l’hanno data i colleghi cuochi della FIC che ho incontrato a Host 2015, devo quindi molto anche a loro per i consigli, suggerimenti, supporto e soprattutto passione che mi hanno trasmesso sia durante la gara, ma soprattutto fuori dalla competizione. Vedere giovani e “vecchi” gareggiare amichevolmente con piatti molto raffinati e preparazioni complesse mi ha dato la voglia di migliorare e puntare sempre in alto, pur dubitando mai di competere in una gara culinaria. Pertanto rigrazio uno per tutti il presidente di Milano Giovanni Priolo che mi ha invitato all’evento e procurato giornalmente i pass per assistervi.

Uno particolare va a Giulia Gobbi, persona a cui mi sono affidato in quel di Settembre per una visione professionale, disinteressata e corretta della situazione del ristorante Meet Point. Arrivata a cena come comune cliente in occasione del compleanno di Alice, mi ha in seguito sciorinato la sua opinione in maniera talmente accorta e sagace da non lasciarmi dubbi sul fatto che non sarei potuto arrivare lontano stando troppo in quel locale in termini di crescita. Ha confermato i miei sospetti contribuendo alla mia decisione di trovare un luogo più consono a me e alla mia volontà di fare ristorazione seria e a misura di cliente. La dubbia gestione del reparto cucina da parte dell’Executive Chef ha solo accorciato la tempistica.

Complice involontaria invece Eleonora Guglielmi, ormai meglio conosciuta in Giappone come Yuriko Tiger, la quale mi ha dato la consapevolezza che con impegno e devozione tutti i sogni si possono avverare. Ha compiuto un mezzo miracolo passando da commessa in una panetteria ligure ad essere una Idol gettonata a Tokyo, in un mondo complesso come quello giapponese in cui non è semplice sfondare se si è occidentali. Ha rimesso in gioco la sua vita rischiando tutto, con impegno, passo dopo passo ed ora sta raccogliendo i primi frutti del duro lavoro. Questo suo successo mi ha dato la forza per pensare positivo e buttarmi nel vuoto alla ricerca di un impiego dove ci sia qualcuno che creda in me, così come qualcuno ha creduto in lei, e mi affidi un posto da aiuto cuoco e non da commis. Mi sono reinventato e messo in gioco nonostante sia conscio che età ed inesperienza a me giochino contro, ma sono ormai convinto (grazie anche al suo influsso indiretto) che con impegno ed umiltà io possa colmare i gap in tempi relativamente contenuti, arrivando nel giro di qualche anno a cucine di alta gastronomia senza dovermi fermare a trattorie o ristoranti dozzinali.

Ultima, ma non in ordine di importanza: Alice, la mia prima ed incondizionata sostenitrice di questo progetto di cambiamento. E’ la persona che più di tutte sa quanto sangue ho “sputato” in questi mesi, i rospi ingoiati, gli sforzi fatti e la voglia di dimostrare che potevo farcela a diventare un buon cuoco. Mi ha fatto da cavia, da spalla, da specchio e da sponda e tutt’ora ha accettato una condizione lavorativa scomoda per orari e posibili distanze, affinchè io possa fare passi da gigante in ambito culinario e gastronomico. Colei che conosce così tanto la mia passione e volontà per la cucina da volermi regalare la significativa (e ideologicamente profonda) felpa della serie Cuoco di Teezily che spicca in copertina. Non ho gli anni di esperienza, ma sa benissimo in questi ultimi sei mesi quanto “Sangue, sudore e lacrime” ho profuso per avere l’onore di entrare in una cucina professionale di un certo livello.

E’ infine ora che inizi a preparare le valigie, domani si parte per la Val Gardena a scoprire cosa mi riserverà il destino per questo ultimo scorcio del 2015.

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