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Primo Livello Giovanile: missione compiuta!

by Psydis
Primo Livello Giovanile

Dopo un complesso percorso di apprendimento, arriva oggi la tanto agognata qualifica di Allievo Allenatore Primo Livello Giovanile. Partito in quinta il 10 Ottobre 2020, il corso sembrava un obbiettivo abbastanza abbordabile nonostante la mia ignoranza in materia di preparazione tecnica e tattica, ma in corsa non si è rivelato così scontato.

Quando mi sono iscritto ho preso molto sottogamba le difficoltà che avrei potuto incontrare. Mi dicevo che alla fine il nome stesso di “Allievo” presupponeva che tutti si aspettassero una crescita molto graduale degli aspiranti. Pensavo che il “tirocinio” non sarebbe stato così fondamentale. Davo per scontato che il programma sarebbe stato abbastanza leggero e sostenibile nonostante non conoscessi che gli aspetti arbitrali.

La Tecnica

Non avrei mai immaginato quanto in realtà sia complesso anche solo accostarsi marginalmente a questo aspetto della pallavolo. Parole come sintetico, analitico o globale diventano la normalità, quando invece solo quattro mesi prima per me esistevano solo gli esercizi e il gioco. Concetti come dominanza, progressività, ripetitività o lateralizzazioni diventano il pane quotidiano per testare lo stato attuale della propria squadra e pianificare la sua evoluzione. Cancellare il proprio bagaglio di idee di insegnamento, per acquisire un metodo basato sulla biomeccanica e sull’età degli atleti, si pone come cardine fondamentale per farli crescere correttamente come giocatori e come adolescenti.

Non avevo neanche considerato che nella parte pratica saremmo stati giudicati in qualche modo anche su come eseguiamo noi per primi le tecniche di base. Eppure trenta di cento punti arrivavano da quella, ed io non avendo mai giocato ero pari allo zero. Sapevo di dover fare una conduzione di un esercizio, ma non avevo messo in conto ne la progressività che dovevo dare ne quanti possibili errori potessero fare i colleghi a cui li sottoponevo. Soprattutto mi era oscura la quantità di dettagli a cui si dovrebbe badare per eseguire correttamente ogni singolo step di un movimento.

… e la Tattica

E quando la parte tecnico-pratica finisce, arriva l’altro zoccolo duro: la tattica. Ogni tanto sentivo qualche commentatore parlare di “cose” tipo 7 o Pipe, oppure di P1. Ho sempre tralasciato un po’ questa questione nelle mie funzioni di arbitro o spettatore. Ora sono arrivate come uno schiaffo in faccia, mischiate a sideout e breakpoint. Addirittura nell’orale ho avuto una conversazione con l’esaminatore sulla distribuzione del palleggio in base allo scouting.

Probabilmente è anche la parte peggiore delle mia mancanze il bagaglio culturale che servirebbe per imbastire un minimo di fase tattica in qualsiasi squadra, sia essa giovanile o seniores. Me ne sono accorto durante la fase pratica, ma soprattutto confrontandomi con il campo durante le partite della 1a divisione. Nulla di irrimediabile ovviamente, ma è sempre più palese che questa qualifica mette solo il primo gradino ufficiale per una fase di crescita infinita tra aggiornamenti e approfondimenti.

In conclusione

In un contesto complesso, come riuscire ad essere convincente in un corso in cui partivo da zero e spesso si aspettavano ovvie conoscenze pregresse, è stato importante aver una società che ha creduto in me, dandomi sostegno morale e tecnico in questa marea di informazioni spesso molto professionali. Il libro di testo del corso scritto da Marco Mencarelli è degno di un laureato di scienze motorie, ma è difficilmente masticabile da uno sviluppatore software.  E’ quindi fondamentale ringraziare Miriam Saleh che mi ha prestato i suoi appunti per confrontarli con i miei e approfondire alcuni  aspetti in maniera più semplice e meno aulica. Ovviamente uno speciale va i miei coach Gabriele Ravasi e Francesco Benavoli che mi hanno reso edotto delle parti tecniche in palestra. Tecnica, tattica e conduzione non sarebbero state altrettanto soddisfacenti senza il loro apporto.

Il dato positivo è che probabilmente dal 7 Febbraio riaprono i campionati. Pertanto potrò finalmente sfoggiare la mia nuova qualifica ufficiale senza l’appellativo “aspirante allievo” anteposto a “allenatore”. All’esame il CQP mi ha anche regalato il libro “Metodologia dell’insegnamento della pallavolo” come sprone per ripartire al meglio, con un po’ di rinnovato orgoglio per un successo afferrato con denti ed unghie.

Nel mentre qualcosa comunque già bolle in pentola per aumentare qualche conoscenza a livello di giovanile.

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