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Cosplayers VS Fotografi

by Psydis
Cosplayers VS Fotografi

Grazie ad un graditissimo invito da parte della Comics League of Brixia, oggi ho assistito all’interessantissima mini conferenza Cosplayers VS Fotografi dedicata appunto a queste due realtà complementari artisticamente, ma spesso in atrito tra loro per mancanza di una corretta sinergia collaborativa. Organizzatrice dell’evento, una delle vecchie glorie del cosplay: Barbara Cortili. Rivista dopo dodici anni, permane la sua serità di un tempo a fare tutto in modo impeccabile e con un piglio critico e professionale, nonostante sia passata dall’altra parte della barricata: dietro l’obbiettivo.

Il meeting era destinato principalmente ai cosplayer e ai fotografi alle prime armi, un modo intelligente per fissare alcuni concetti e nozioni che possano aiutare entrambe la parti a lavorara in modo proficuo durante i vari shooting. Seppure metà del programma verteva su realizzazioni sartoriali ed armature, vorrei concentrare l’attenzione sulla prima parte dedicata interamente alla fotografia, senza considerare le piccole nozioni su schemi luce, sistemi di illuminazione o metodi di post-produzione, per risottolineare l’importanza un pugno di considerazioni importanti che sono andate perse negli anni.

In primo luogo, a livello fotografico, indossare un abito ed essere cosplayer non è esattamente la stessa cosa: il cosplay è interpretazioni non è fare il/la modello/a per i social. Già sento i mille “non è una novità” che generà questa mia affermazione, eppure come ben esposto ieri dalle due relatrici la Foto con la F maiuscola è frutto molto poco dell’abito e molto del cosplayer. Questa dichiarazione di per se non è scontata, perchè spesso l’idea è quella di “faccio le foto ricordo di quell’abito” dimenticando che è la percentuale minore del problema di uno scatto pregevole. Le pose del personaggio non sono quelle delle modelle di Vogue o della Fashion Week, sono dinamismi che dovrebbero trasudare dalle foto non solo nell’idea mentale. Quindi occorre utilizzare gli accessori giusti in modo corretto, le pose vanno eseguite con convinzione e possibilmente provandole più volte davanti allo specchio, la parrucca va curata nei minimi dettagli e soprattutto, visto che dovete impersonarlo, dovete conoscere molto bene il personaggio così da trasudarlo in ogni espressione del corpo e del viso. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole, ma se spendete tempo e soldi per cosplay, accessori e shooting, immagino che vogliate soltanto il meglio dai vostri scatti, e tolta la bravura del fotografo tutto il resto spetta a voi.

Neanche il fotografo è esente dal prepararsi perfettamente allo shooting, a partire dall’attrezzatura corretta, allo studio delle basi e, in seguito, delle possibili location prima e del miglior scorcio a livello di luce o ambientazione una volta sul posto. Visto che ormai vanno di moda i set a pagamento, è giusto per rispetto ai cosplayer massimizzare il proprio background sul personaggio al fine di riuscire a fare meno scatti, ma in modo ottimizzato. Non ha senso fare tanti scatti nel tentativo di trovare quello giusto, occorre fare un brainstorming per tempo e sapere già cosa si cerca.

In entrambi i casi ovviamente non si pretende che le persone siano già “nate imparate”, tutti abbiamo iniziato dal nulla, ma penso sia il giusto mood mentale per evolvere nel tempo e avere grandi soddisfazioni oggettive. Come hanno ben dimostrato Barbara e Stefania Pelizzari, l’occhio allenato è quello che coglie la situazione migliore e, nella sua, semplicità crea il capolavoro.

La foto di Barbara che ho messo in copertina è l’esempio calazante di quello detto sopra, uno scatto limpido, pulito, luminoso ma chiaro e denso di significato. Al fine del post è perfetto come a dire “mettiamo la fotografia cosplay sotto la lente”, ma ha una valenza comunicativa impressionante pur senza effetti speciali o forzature. Quattro libri, una lente, una location sfocata e la mimica facciale eccelsa di Itsuki-chan che rende chiaro ed immediato il messaggio, soltanto con posa ed inquadratura studiata ad arte.

E’ importante inoltre precisare che dopo uno scatto, il lavoro del fotografo non è finito. Lo si evince bene dalle considerazioni di Barbara, fotografa professionista, e di Stefania, fotoamatrice di talento. Entrambe hanno un workflow lungo e delicato di postproduzione. La prima, specializzata nei ritratti, lo fa per lavoro e per ogni scatto deve massimizzare il tempo senza per questo dimenticare la qualità. La seconda lo fa soprattutto per passione, ma si dedicata alle digital-art che comportano precisione, conoscenza dei processi grafici e sopratutto un ammontare importante di ore. La morale? Spesso alcuni cosplayer dimenticano che il Tempo è un fattore imprescindibile per un buon lavoro. Se volete un set fatto bene, oltre a concordarlo opportunamente, dovete armarvi di santa panzienza, anche fosse ad un evento fotografico pubblico. Un fotografo serio non vi darà mai una foto orrenda solo perchè avete fretta.

Per chi è nel mondo cosplay da tanto tempo, nulla di questo è nuovo perchè ha avuto modo di crescere pian pian con questo schema mentale, ma al giorno d’oggi dove si pensa che “siamo tutti fotografi” si rischia di affidarsi gratuitamente a gente che non saprà mai far risaltare il vostro potenziale, oppure pagare a caso un fotografo per avere risultati scadenti. Questo paio di ore hanno rispolverato verità sopite che spero vengano recepite dalle nuove leve di entrambe le parti e riportino in auge la fotografia cosplay di qualità, oltre che poter assistere a qualche altro incontro del genere che rievochi i tempi in cui cercavamo di migliorarci fiera per fiera a livello artistico.

Ultimo appunto. Ormai inizia nuovamente la “stagione” cosplay con raduni, fiere ed eventi. Cari cosplayer siate più selettivi nella scelta dei fotografi, non correte per forza a spendere soldi per avere quattro foto di livello mediocre. Ci sono tanti bravi fotografi che lo fanno gratis. Se poi volete il risultato top ovviamente armatevi di portafoglio, ma dovete esigere il meglio in tutti isensi visto che pagate, anche fosse dover aspettare l’occasione successiva. Tutto sommato, qui sopra, un paio di nomi garantiti ve li ho dati.

(foto copertina – @2019 Barbara Cortili)

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